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Il favoloso mondo di Amélie e il dramma di essere introversi

  • Immagine del redattore: Miriam
    Miriam
  • 16 feb 2024
  • Tempo di lettura: 4 min

Un film sicuramente originale


È strano, ho sempre avuto sotto gli occhi questo film, lo vedevo nei post di Instagram, nella home di Netflix, e più di una volta ho avuto la curiosità di guardarlo ma poi l’ho sempre accantonato, mi sembrava un film troppo particolare per i miei gusti.

Qualche sera fa, dopo l’ennesima mezz’ora passata a scegliermi un film da vedere, mi è ricapitato sotto gli occhi e così per la disperazione di passare la serata a scorrere trailer e leggere trame, l’ho selezionato.

Beh, che dire. Non riesco proprio a capacitarmi di come io abbia aspettato tanto per guardarlo, ma forse l'ho visto proprio nel momento giusto.

È un film che ho trovato di una dolcezza, di una poesia e di una delicatezza disarmante.

Sarà l’atmosfera parigina, che per me non guasta mai, sarà che alcuni luoghi li ho visitati dal vivo, sarà l’ambientazione di fine anni ’90, ma è un film intriso di una nostalgia poetica che è in grado di catturarti fin dai primi istanti.

La storia ruota attorno alla vita di Amélie: una bambina con pochi rapporti sociali e tanta fantasia a compensare questa mancanza, che diventa poi una ragazza timida e introversa che vive in un mondo tutto suo, fatto di piccoli piaceri quotidiani, magari banali, ma in grado di trasmetterle una certa serenità.


foto di Amélie da bambina che mangia i lamponi dalle dita della mano, dal film il favoloso mondo di Amélie
Scena dal film Il favoloso mondo di Amélie

Ad Amélie piace soprattutto osservare la vita degli altri e fantasticare su ciò che la circonda:

Con il tempo non è cambiato nulla. Amélie continua a rifugiarsi nella solitudine. Si diverte a porsi domande cretine sul mondo e su quella città che si estende davanti ai suoi occhi.

Ma proprio questa sua introversione si rivela un’arma a doppio taglio: da una parte è ciò che le ha permesso di sviluppare una sensibilità maggiore verso i piccoli dettagli della vita e una fantasia in grado di trasportarla verso storie surreali, ma dall’altra è anche ciò che la tiene in disparte da quello stesso mondo di cui lei immagina infinite facce, tagliandola fuori ed escludendola dal vivere una vita vera, piena.


Sussurrare in un mondo che grida


Ho trovato che questo film, nonostante sia effettivamente diverso da quelli che sono solita guardare, per via di elementi a tratti surreali e una sceneggiatura piuttosto originale, sia un film in realtà molto profondo e non banalmente romantico, assurdo e inquietante come spesso è stato definito.

Sarà che l'ho guardato con gli occhi di una che si è sentita spesso come quella ragazzina introversa, chiusa nel suo guscio, in una realtà in cui tutti erano spigliati, invadenti e sicuri di sé.

E credo che il film mostri proprio come anche gli introversi possano trovare il loro posto nel mondo non necessariamente snaturando sé stessi: in una società che grida a gran voce, chi sussurra può trovare anime affini alla sua, senza dover cambiare la sua vera natura.

Ma questo a patto che non si dimentichi di ascoltare anche la propria di voce: abituata com’è ad osservare la vita degli altri, convinta di aiutarli a realizzarsi, tessendo trame invisibili, e fantasticando sulla sua stessa vita, Amélie si dimentica spesso di viverla, la vita.

Mia piccola Amélie, lei non ha le ossa di vetro: lei può scontrarsi con la vita. Se lei si lascia scappare questa occasione, con il tempo sarà il suo cuore che diventerà secco e fragile come il mio scheletro. Perciò si lanci, accidenti a lei!

È un film che nella sua delicatezza ci esorta a cogliere i momenti, le occasioni che la vita ci offre per essere felici, non aspettando chissà quale treno, chissà quale momento perfetto, ma godere dei piccoli piaceri quotidiani, perché il tempo scorre e rischia di lasciare dietro sé solo rimpianti.

Strana la vita. Quando uno è piccolo il tempo non passa mai e poi da un giorno all’altro ti ritrovi a 50 anni. E l’infanzia, o quel che ne resta, è in una piccola scatola, che è pure arrugginita.

È una pellicola che potrebbe quasi essere definita come una fiaba moderna e che racchiude in sé un mondo delicato, aggraziato, sognante: quello di Amélie, in cui noi spettatori entriamo quasi in punta di piedi e un po’ ci rispecchiamo nella protagonista, in questa sua realtà in cui la fantasia la fa da padrona, perché almeno una volta ci siamo sentiti emarginati, esclusi dal mondo reale e ci siamo rinchiusi nel nostro di mondo, immaginifico, fantastico, più confortante, più sicuro.

Amélie ci mostra che il segreto per essere felici sta nel trovare un giusto equilibrio tra la sensibilità che l’immaginazione e la fantasia portano con sé e la vita vera, nel circondarsi delle persone giuste, che sappiano capire il nostro linguaggio personale ma ancor di più i nostri silenzi.


scena del film il favoloso mondo di Amèlie: Amelie appoggia la testa sulla spalla di Nino mentre stanno insieme sul piccolo motorino
Scena dal film Il favoloso mondo di Amélie

Perché la vita è tutta qui, trovare qualcuno con cui valga la pena condividerla, un amico, un parente, un amore: essere capiti, abbracciati, pur nella propria stranezza, anzi proprio in virtù di questa.

Ti consiglio di recuperare questa piccola perla del cinema francese perché a fare da contorno e sostegno a questa fiaba c’è una particolare cura e attenzione per i dettagli in ogni singola scena, dai colori retrò e romantici a una colonna sonora altrettanto poetica che sembra racchiudere la storia dentro un carillon.

Questi elementi accompagnano e completano il film, rendendolo una vera e propria coccola, da guardare in quei momenti in cui ci si vuole sollevare il morale e si vuole stare bene con sé stessi, soprattutto quando il mondo fuori parla a voce troppo alta.

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